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I laghi Flegrei: la storia

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L'aspra natura del cratere vulcanico che forma il bacino dell'Averno tenne il lago isolato e privo di insediamenti residenziali fino alla fine del I sec. a.C. Il lago Lucrino invece, prossimo al mare, fu caratterizzato da una notevole urbanizzazione e da un intenso sfruttamento economico già dagli inizi del I sec. a.C.
Lentamente il Lucrino entra nel novero dei luoghi privilegiati dalla nobiltà romana per l'impianto delle sue ville d'ozio. Nel 37 a.C. iniziarono i lavori per la costruzione del Portus Iulius che comportarono il taglio degli istmi che dividevano il Lucrino rispettivamente dal mare e dall'Averno.
Dalla prima età imperiale e fino a tutto il IV sec. d.C. si può finalmente parlare di Lucrino- Averno come di un unico grande complesso residenziale e termale.
Le ingenti risorse termali naturali salvarono la zona dal completo oblio in età medievale, e ne fecero un obiettivo primario di rivalorizzazione, nell'ambito della riscoperta del termalismo flegreo favorita dalle corti angioina ed aragonese. Carlo II d'Angiò nel 1299 fece costruire un ospedale per l'assistenza gratuita ai bisognosi. Nel 1538, gli sconvolgimenti tellurici che portarono alla creazione del Monte Nuovo obliterarono o danneggiarono bagni e sorgenti calde, pregiudicando l'intensa frequentazione della zona. L'area del Lucrino subì profonde modifiche. L'Averno, invece, non ne risentì in egual misura, ed ancora oggi si offre alla vista, solenne e misterioso, come lo videro gli scrittori antichi.












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