La
canzone, scritta nel 1945 da M. Galdieri e A.
Barberis, ci racconta della nostalgia sentita
dall'emigrante per Napoli, la sua città
natale. E' un anelito che accomuna tutti coloro
che sono stati costretti a lasciare la propria
terra in cerca di fortuna, ma che conservano nel
cuore l'immagine dei luoghi cari. E' una canzone
dai toni fortemente malinconici e poetici.
Domani? - dice il protagonista della canzone -
è troppo tardi, vorrebbe partire oggi perché
sente fortemente la mancanza di Napoli; gli hanno
raccontato che la città è cambiata
e che solo il mare è rimasto come prima.
Nel ritornello cita il Monastero di Santa Chiara,
che dà il titolo alla canzone e che è
uno degli emblemi della città. Dice di
avere il cuore triste e sconsolato perché
ogni sera ripensa a come era prima la città.
E poi afferma che molte donne in passato hanno
deciso di prendere i voti per una delusione d'amore
e si sono rinchiuse nel monastero di Santa Chiara.
Ora invece quando le donne perdono un amante,
ne ritrovano altri cento come rimpiazzo! Non esistono
più, il nostro cantore dice inoltre, neanche
le donne innocenti.
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